Benchè le vicende storiche di Castelvisconti attendano ancora una dettagliata ricostruzione, qualche notizia è ricavabile dalle fonti cremonesi (Robolotti, De Vecchi, Grandi ecc.).
L'antico nome del centro sarebbe stato Vico Pratobisio(1), ma le prime menzioni sicure risalgono al XII(2) secolo quando l'abitato, ammesso che preesistesse, sarebbe stato fortificato e munito di castello.
Gli storici non sono tuttavia concordi: il Grandi fa risalire la costruzione del borgo e del castello al 1133, mentre il Robolotti dice il borgo fortificato dai Cremonesi nel 1153. Certa ne è comunque la sua rilevanza strategica in rapporto alla sua posizione dominante e di controllo rispetto all'Oglio, importante via di comunicazione ed insieme confine di stato.
Da quest'ultimo punto di vista, va segnalata la sua funzione di baluardo orientato verso il territorio di Venezia. Ed è nel quadro del confronto militare fra Ducato di Milano e Repubblica veneta che Carlo Cavalcabò fece apprestare nuove fortificazioni (1407).
Non sappiamo invece quale fosse stata la sorte del borgo al tempo della devastante offensiva scatenata nel 1217 dai Milanesi contro i Cremonesi e che costò la distruzione di alcuni villaggi circostanti, fra cui Azzanello.
Feudo visconteo, fu concesso da Regina della Scala, moglie di Barnabò Visconti, ai canonici di Santa Maria della Scala, chiesa collegiata da essa fatta innalzare in Milano sul luogo ove ora sorge il teatro omonimo(3).
Il possesso feudale fu ratificato dal figlio di lei, Gian Galeazzo, nel 1391 e un'ulteriore conferma della concessione dovette aversi, secondo il Grandi, nel 1429. Al centro di vicissitudini militari per la sua stessa posizione, Castelvisconti fu tra l'altro teatro di un sanguinoso combattimento intervenuto nell'ambito del conflitto franco-imperiale (1521).
Il dominio della collegiata milanese durò fino alla soppressione del sistema feudale nel 1791 e ancor oggi il paese conserva tracce di tale presenza, come ad esempio il grande stemma ad affresco, incorniciato da volute ornamentali di gusto settecentesco, visibile sulla facciata di una casa che dovette forse ospitare in passato gli amministratori dei vasti beni posseduti dai canonici.
Le origini castrensi del borgo sono puntualmente documentate dalla conformazione dell'abitato attuale e dal confronto con le più antiche planimetrie catastali, particolarmente quella del catasto teresiano (c.1720). .." (P.R.G. , arch. Gian Paolo Della Nave, 1987).
NOTE: (1) "Pratobisio o Vico Pratobisio forse da prato e dal nome personale Bisio (bigio). (Pierino Borselli, Dizionario di toponomastica bergamasca e cremonese, Firenze, Olschki editore, MCMXC). (2) In realtà la prima testimonianza scritta su Castelvisconti, è una pergamena del 26 giugno 995, in cui Ildefredo del fu Mauro, sua moglie Adua figlia del fu Ambrogio detto Bonizzone e i loro figli donano al vescovo di Cremona, Ulderico, un terreno con un edificio adibito ad uso pio, posti in "Pratobisio". (Bibl. Statale di CR, Fondo Robolotti). (3) Santa Maria della Scala fu fondata da Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, negli ultimi decenni del XIV secolo, fu dedicata all'Assunzione di Maria e consacrata nel 1381. Fu conosciuta anche come Santa Maria Nuova o in Porta Nuova ma la denominazione più usata e più conosciuta fu quella derivante dalla fondatrice. La Collegiata venne dotata di ampi beni, immunità, privilegi ed esenzioni, di ragione sia pubblica che privati, sufficenti al mantenimento d'un prevosto, 20 canonici e due custodi, con la retenzione del ius patronato. Col passare del tempo l'importanza della Collegiata milanese accrebbe, Francesco Sforza per dimostrare la sua devozione verso la Madonna si adoperò affinchè il Papa Clemente VII conferisse al prevosto insegne episcopali e a due canonici la dignità di arciprete e arcidiacono. Nel 1662 Filippo IV di Spagna le conferì il titolo di Cappella Reale, ai canonici spettava il titolo di "clero di corte", espressamente incaricato della preghiera e della celebrazione per le anime dei signori viventi e defunti.